Penso sempre a quella frase di Brecht – no, non è un terzino, dico ad Antonini, è un drammaturgo –: "Mi sono seduto dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati".
Ecco, vedo che a Trapani, ultimamente, dalla parte del torto siamo in tanti. Così tanti che non c'è più nemmeno da stare comodi.
Adesso ci si accomoda anche il mio omonimo, Giacomo Tranchida, Sindaco della città, che scopre – con un certo stupore – che Valerio Antonini non è esattamente un lord inglese, e che i suoi modi a volte sanno più di monologo da spogliatoio che di confronto civile.
Il problema è che Tranchida è stato per due anni il principale complice del "sistema" Antonini. Un sistema in cui la stampa che fa domande è "negativa", i cittadini che dissentono sono "contro lo sviluppo", e chi non applaude è un sabotatore. Quello in cui si acconciano trasmissioni tv per attaccare le persone, denigrarle, indicarle come nemiche, rendendo pubblici numeri di telefono ed indirizzi. Perchè è quello che accade a Trapani.
Ma questo sistema è nato anche sotto la regia del Sindaco Tranchida: con i tappeti rossi, le concessioni lampo, gli assessori tifosi, gli encomi pubblici. Altro che "mascariamenti": era tutto alla luce del sole.
Ora Tranchida scrive che Antonini si è preso “la licenza di denigrare e offendere chicchessia”.
Verissimo. Ma viene da chiedersi: chi ha emesso quel patentino? Chi ha normalizzato quel linguaggio, quella narrazione, quell’arroganza?
Anche perché – diciamocelo – la tecnica è la stessa che Tranchida ha usato per anni, tra Erice e Trapani, con giornalisti, attivisti, consiglieri e persino suoi ex alleati. Se non ti allinei, sei “contro lo sviluppo”, se fai domande, stai “mascariando”.
Non siamo di fronte a uno scontro tra opposti, ma tra simili. Stesse modalità, stessa intolleranza verso il dissenso, stesso bisogno di un nemico per giustificarsi.
Noi, come sempre, facciamo il nostro mestiere: raccontiamo i fatti, anche quelli scomodi. E siamo abbastanza esperti da sapere che tra qualche giorno i due si “appaceranno”, come si dice da queste parti. Magari proprio al compleanno di Antonini, magari con una nuova torta da tagliare insieme, con tanto di servizio su Telesud.
Brecht, lo abbiamo citato (sempre il drammaturgo, presidente): "Mi sono seduto dalla parte del torto perchè gli altri posti erano occupati". Ma conoscendo i protagonisti, forse è meglio riformulare la frase in chiave trapanese, e tra qualche giorno, come la curva del palasport, anche Tranchida all'ultimo minuto si scuserà, e dirà che era tutto un equivoco: “Mi sono seduto dalla parte del torto perché ... avevo capito torta”.
Giacomo Di Girolamo