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23/06/2025 06:00:00

Da Corleone a New York. Storia di Saba, la cagnolina randagia adottata in America

 Miracolo nella 34ª strada. Potremmo chiamare così l’incredibile storia di Saba, una cagnolina randagia trovata sulla Via Magna Francigena in Sicilia ha trovato una nuova vita a New York, grazie ad un professore universitario americano, una rete di volontari siciliani e una complessa gestione burocratica.

Forse però, a differenza del film di Les Mayfield, il miracolo, più che nella famosa strada di New York, è avvenuto in Sicilia, con una tenace regia che ha avuto base a Castelvetrano, ad opera dell’animalista Gabriella Becchina (Animalsicilia).

Ma andiamo con ordine.

 

L’incontro lungo la Via Magna Francigena

 

È il 15 marzo, quando Ryan, un professore universitario americano in vacanza in Sicilia con la moglie Lina, sta percorrendo la Via Magna Francigena, un antico sentiero che si snoda tra Palermo e Agrigento. Ad un certo punto, vicino a Santa Cristina, una cagnolina randagia si unisce alla loro passeggiata e li segue per 22 chilometri. Purtroppo però, arrivati a Corleone, un altro cane randagio la insegue, e perdono le sue tracce. Ma non la speranza di ritrovarla. È per questo che contattano l’attivista Gabriella Becchina che, parlando cinque lingue, non ha alcuna difficoltà a comunicare con i due turisti. E a lei chiedono come ritrovarla e magari portarla con loro negli Stati Uniti. Il girono dopo tornano a cercarla a Corleone. Ma niente, sembra sparita.

 

La ricerca e la rete di aiuti

 

Gabriella, nel frattempo, attiva una vasta rete di contatti, pubblica appelli su gruppi Facebook animalisti, invia messaggi e telefona a volontari locali, tra cui l’OIPA di Prizzi e l’Associazione Oasi Lega Internazionale Vigilanza - Sicilia di Ficuzza, rappresentata da Eleonora Proietti. La cagnolina viene avvistata a Corleone da una ragazza che aveva visto uno dei post di Gabriella, ma sparisce di nuovo. La svolta arriva il 19 marzo. A trovarla, lungo la strada verso Ficuzza,  è Eleonora Proietti. Dopo poco tempo, in accordo don Ryan, si occuperà di Saba la pensione di Santa Cristina di Gela, gestita da una signora russa: Natalia.

Ma preparare la cagnolina all’espatrio non è cosa semplice, tra visite veterinarie e burocrazia. Ecco perché Gabriella, grazie a Katiuscia Filangeri dell’Associazione Cirneco dell’Etna, trova un’altra pensione logisticamente più adatta,  a Villabate, gestita da Calogero. È qui che la cagnolina è stata battezzata "Saba", un nome ispirato da "Sabaka", che in russo significa “cane”, riflesso della breve permanenza da Natalia. Ci vorranno due mesi e mezzo di visite, microchippatura, esami, vaccinazioni, documenti, certificazioni e ottenimento del passaporto. Un percorso diventato ancora più lungo a causa delle nuove e stringenti regole per l’esportazione di cani dall’Italia agli Stati Uniti, entrate in vigore a fine 2024 e della rimandata sterilizzazione per il sopravvenuto periodo di calore. Saba, sarebbe dovuta partire ad aprile, ma partirà a giugno.

 

In volo dall’Italia a New York

 

Ryan, tornato alla sua attività di insegnamento all’università, non può certo venire in Italia a prendere Saba. Ma non si perde d’animo e chiede a Gabriella di trovare un accompagnatore affidabile a cui avrebbe offerto viaggio e soggiorno a New York. L’accompagnatore è il castelvetranese Federico Troina, che partirà per l’America con un volo diretto Palermo-New York. Il tragitto è di quasi dieci ore e Saba dovrà necessariamente viaggiare in Stiva. Sarà Gabriella a fornire i necessari consigli per abituare Saba al trasportino, in modo che lo associ ad una “tana rassicurante”.

All’arrivo a New York, il ricongiungimento tra Ryan e Saba è emozionante. E’ come se la cagnolina avesse riconosciuto in lui l’amico di sempre. E l’entusiasmo aumenta quando interagisce con Yufka, l’altra cagnolina di Ryan che sembra la sua gemella, anche se anziana.

 

Tre miracoli

 

È lo stesso Ryan a definire l’intera esperienza come una serie di miracoli.

Non sapevamo cosa fare Eravamo turisti in Italia che non parlavano la lingua. Così abbiamo semplicemente cercato su Google, ‘Come salvare un cane in Sicilia’ e abbiamo trovato Gabriella. Ecco, questo è stato il primo miracolo. Il secondo miracolo è stato il ritrovamento della cagnolina che era sparita, l’affidamento in stallo e il grande lavoro fatto per farla viaggiare verso gli Usa. Il terzo grande miracolo è stato Federico, che non conoscevo”.

Certo – aggiunge Ryan – anche negli Stati uniti ci sono tanti cani che hanno bisogno di essere adottati, ma Sono convinto che sia stata Saba a trovare noi. Abbiamo semplicemente stabilito una connessione, quindi abbiamo provato ad adottarla ed è successo. È un miracolo. Ha vissuto da sola in campagna per un anno e mezzo. E ora avrà una bella vita qui in America.”

 

Gabriella Becchina ha invece sottolineato come la storia di Saba sia “un forte messaggio di speranza che dimostra come la collaborazione internazionale e l’amore per gli animali possano davvero cambiare vite, sia umane che canine”.

"Ricordiamoci anche - ha aggiunto - che la maggior parte dei turisti in vancanza in Sicilia, non è infastidito dai cani randagi, ma vorrebbe fare qualcosa per salvarli".

 

Oltre al complesso coordinamento per il risultato di questa storia a lieto fine, Gabriella ha realizzato un’intervista a Ryan e Federico, di cui proponiamo qui un estratto. Mentre, di seguito, come ci ha richiesto, ecco i ringraziamenti per le persone che hanno permesso tutto questo.

 

Un ringraziamento speciale va a:

 

Eleonora Proietti, dell’Associazione Oasi Lega Internazionale Vigilanza - Sicilia di Ficuzza, per il recupero iniziale di Saba.

Natalia, della pensione di Santa Cristina Gela, per il primo stallo.

Katiuscia Filangeri, dell’Associazione Cirneco dell’Etna Rescue Italia, per aver coinvolto Calogero.

Calogero, della pensione di Villabate, per lo stallo, le cure e la gestione di tutta la complessa documentazione.

Federico Troina di Castelvetrano, per aver accompagnato Saba nel lungo viaggio verso New York.

Ryan e sua moglie Lina, per il loro impegno e la loro generosità.

 

Egidio Morici



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