“Tutte le colpe di Massimo Grillo”, è così che si potrebbe titolare la nuova alleanza di alcuni esponenti di centrodestra, una sorta di crociata contro il sindaco di Marsala che hanno eletto e voluto, con tanto di spartizione di poltrone iniziali. E perché poi il vento è cambiato? Perché Grillo ha rotto quel patto elettorale, lo ha fatto sbagliando perché sapeva a cosa sarebbe andato incontro, ha detto no ad alcune proposte di nomi in giunta. E solo dopo questo alcuni esponenti hanno deciso di passare in opposizione. Cioè il fatto facile facile è questo: non mi dai l’assessorato in capo a tizio? Mi ritrovi in opposizione. Questo è accaduto e questo va raccontato.
Non è una partita di burraco
In politica esistono delle regole, una di queste è il rispetto degli accordi elettorali, che portano una coalizione a vincere le elezioni. Nel caso specifico Grillo viene eletto dalla liste, la sua è una delle più forti, fatta da giovani, che consegna tre consiglieri all’Assise. Nei partiti ci sono i giocatori, che hanno tentato di piazzare le loro carte, riuscendo così a fare politica e quindi a garantirsi ancora la sopravvivenza. Ad alcuni nomi proposti per il ruolo di assessore Grillo ha detto no, diverse le ragioni. Mettersi subito all’opposizione ha garantito loro qualcosa? Il quadro è frammentato ma soprattutto attendista e non c’è davvero un fronte di alleanze future che sia diverso da Grillo, si tratta di persone che con il sindaco sono state in giunta. Appare, magari non lo è, una rivalsa personale. Ma il perimetro, se lo si osserva bene, è lo stesso che Grillo aveva messo su all’inizio del suo mandato. Dicono che Grillo non abbia rispettato i patti ma non sono mai entrati nel merito della questione. Si tratta di poltrone mancate o tolte o si tratta di altra visione della città? Se è altra non potevano stare con l’attuale sindaco. E’ il cane che si morde la coda.
Ecco che c’è la prima regola del burraco: le coalizioni, proprio come le coppie al tavolo da gioco, a volte funzionano, altre volte crollano al primo errore.
Fratelli d’Italia e le mosse pazze
Hanno due assessori in giunta, seppure si dica già che Ignazio Bilardello appare stanco e pure provato per tutte le tarantelle interne al partito. Dentro, fuori. Fuori, dentro. Sembra un amplesso. Ma cosa davvero i meloniani hanno fatto a Marsala?
Hanno governato insieme a Grillo e lo fanno da 3 anni, prima con una posizione, poi con due. Amministrano deleghe importanti e hanno pure portato a casa dei risultati. Uscire dalla giunta significa ammettere che non hanno lavorato bene, una sconfitta non personale ma di partito. La verità è un’altra ancora: Fdi rinnega il lavoro svolto a Marsala per preservare posizioni personali di altri, non vogliono l’ingresso di Grillo nel partito perché temono per se stessi: se dovesse essere candidato alle regionali i voti sa trovarli e sa piazzarsi. Non ha mai reciso i suoi contatti personali e politici con deputati nazionali, Ministri compresi. Quindi è preferibile chiudere le porte del partito, fare da portantini: tu entri, tu no. Questa non e’ politica. E’ disfatta.
Marsala, Grillo bis
Nel mare dei nomi che si fanno il polso politico è tenuto da Enzo Sturiano: dove c’è lui c’è l’elezione del prossimo sindaco. Funziona così. Li ha determinati tutti negli ultimi tre mandati. Non è difficile che ci sia un Grillo bis, intanto perché il sindaco potrà essere giudicato come amministratore fallibile ma come politico sa dare le sue carte. E ha dimostrato ad oggi che le chiacchiere dei partiti sono tutte legate a diatribe interne: cosa avrebbero voluto e non hanno ottenuto. La visione più semplice è un’altra, non c’è bisogno di scomodare la filosofia politica: la dirigenza provinciale del partito, unitamente anche ambisce a candidature regionali, teme l’ingresso di Grillo. Quindi non lo vogliono. Ma un partito non può essere gestito in questo modo.
Sabato scorso hanno parlato di esigenze di partito e non di territorio, sembra la conservazione della specie più che politica ad ampio respiro. E quindi il partito non cresce perché non è più attrattivo. Hanno messo un tappo. Godono del fatto che Giorgia Meloni è una leader, per effetto traino vincono anche qui. Finché dura. In tutto questo la dirigenza regionale è ferma a guardare, mentre quel centrodestra che si oppone a Grillo perde ovunque, cioè non hanno contezza di ciò che si muove sui territori.
Il pozzo e gli scarti: opportunità e rischi
Nel burraco esiste il “pozzetto”, una seconda chance, una riserva da sfruttare nel momento giusto. Ma attenzione agli scarti: ciò che si lascia andare può diventare prezioso per l’avversario. Una frase detta male, un alleato trascurato o una decisione impopolare possono trasformarsi in armi nelle mani dell’opposizione.
La politica è visione d’insieme, è abilità nel tessere relazioni e costruire consenso. Chi chiude troppo presto rischia di perdere punti, chi chiude troppo tardi, di essere battuto.
Fratelli d’Italia ha la responsabilità del governo di Marsala, sentiremo poi le motivazioni che li porteranno ad uscire, ma anche quella di non dimenticare che, al di là del tavolo, ci sono i cittadini che attendono il risultato.