"Le case vengono distrutte con le persone ancora dentro. Ogni mattina si tengono funerali. L’aggressione si intensifica, e i cessate il fuoco crollano rapidamente. Gaza non è solo una “crisi umanitaria”. È un crimine continuo contro un popolo che vive sotto lo stesso cielo da cui cadono le bombe, in attesa di un miracolo che non arriva mai. Ciò che sta accadendo ora non è solo un disastro umanitario, ma una macchia sulla coscienza dell’umanità". Così Rita Baroud, giornalista freelance di Gaza, spiega l’esistenza atroce e senza speranza nella Striscia dopo due mesi di blocco degli aiuti.
In un video postato su X dove parla in ebraico, il presidente Netanyahu ha detto che Israele si sta preparando a «un’invasione massiccia di Gaza», che dovrebbe avvenire nella seconda metà di maggio. L’operazione si chiama «Carri di Gedeone», «come il giudice israelita che sconfisse l’esercito dei Midianiti cinque volte più numeroso».
Non più incursioni isolate, con le truppe che irrompono in un territorio e si ritirano, ma “l’opposto”. La popolazione dovrebbe essere spostata a Sud, nell’area di Rafah. Secondo l’emittente pubblica Kan, l’operazione richiederebbe mesi».
«Finalmente occuperemo tutta la Striscia di Gaza e la smetteremo di avere paura della parola “occupazione”» ha commentato il ministro di estrema destra Smotrich.
Israele ha interrotto, dal 2 marzo, l’ingresso degli aiuti a Gaza. Poiché ha calcolato che restano scorte di cibo per due settimane, si prepara a riaprire all’ingresso dei camion con un nuovo meccanismo che sottragga il controllo della distribuzione al gruppo terrorista, affidandola in esclusiva a un ente che, secondo il sito americano Axios, sarebbe vicino al ministro Ron Dermer, stretto consigliere del premier. Secondo Canale 12, il ministro di estrema destra Ben-Gvir ha detto in un incontro di governo che "le riserve alimentari di Hamas dovrebbero essere bombardate".